Il meglio del peggio di YouTube – volume 2

Ben ritrovati! Sperando che vi sia piaciuto il post precedente, ecco una nuova raccolta dei video più trash di YouTube. Accuratamente selezionati per voi.

1. Il piccolo Lucio – “A me piac a’ Nutella”

La storia di un simpatico bambino napoletano che canta il suo amore per i dolci, la Nutella e il cibo in generale. “Maionese e ketchuppe…” cult.

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Canale YouTube

Il logo di YouTubeHo rinnovato il mio canale YouTube! Non ho caricato molti video, infatti lo userò prevalentemente per condividere ciò che trovo interessante.

Ho organizzato per playlist i diversi video: quelli musicali, quelli divertenti, gli insulti di Sgarbi ( 😀 ), e così via. Il canale dovrebbe funzionare come un hub per indirizzare gli utenti ai miei video preferiti.

Ho anche creato una playlist apposita (Jake Coco & friends) per promuovere degli artisti davvero bravi, che realizzano cover di brani famosi e anche qualche pezzo originale. Pubblicano e vendono soltanto online, su YouTube, Amazon e iTunes Store. Dateci un’occhiata.

Potete sempre accedere al mio canale cliccando sul logo di YouTube nella colonna destra del mio blog. 🙂

“Stiamo per dire addio ai CD”? No, sono già morti

Un articolo di Tempi, datato 14 novembre 2011, titola:

Rancilio (Avvenire): «Stiamo per dire addio ai cd, ma i collezionisti non li abbandoneranno»

Gli esperti sono divisi. Per alcuni il funerale del cd è fissato già nel 2012, per altri c’è tempo fino al 2015 per dirgli addio. Secondo Gigio Rancilio di Avvenire, la verità sta nel mezzo: «Il cd sparirà in maniera irreversibile, ma non completamente. Rimarrà un oggetto irrinunciabile per i collezionisti»

Non stiamo affatto per dire addio ai CD-ROM musicali. Sono già morti.

Il Compact Disc: un mezzo superato

Un Compact Disc.

Intendiamoci: negli anni ’80 e ’90 il Compact Disc è stata un’innovazione non trascurabile: ai tempi era un mezzo abbastanza capiente, di alta qualità e soprattutto digitale.

Ma ora, qual è la funzione del CD? È un mezzo di grandi dimensioni, non tascabile, relativamente poco capiente, delicato. Non conviene ascoltare la musica direttamente dal CD: una volta importata sul disco rigido con iTunes (o applicazioni equivalenti), si possono ascoltare comodamente tutti i brani sul computer, su iPod (o equivalenti), creare playlist e compilation, eseguire ricerche tra migliaia di brani senza andare a rovistare nella propria collezione di CD o masterizzare decine di dischi. Tutti i CD che posseggo stanno fermi, messi un po’ alla rinfusa, su uno scaffale della mia libreria: non li uso mai. Possono al massimo servire come ulteriore backup della libreria musicale.

Ascolto la mia musica in tre modi:

  1. Sullo stereo in salotto, connesso ad un Mac.
  2. Sul portatile connesso direttamente alle casse.
  3. Su un lettore portatile.

Nessuno di questi metodi richiede l’utilizzo costante dei CD musicali. Questo cambiamento non rappresenta nulla di sconvolgente: è semplicemente l’avanzare della tecnologia. Gli hard disk e soprattutto le memorie flash sono dispositivi di memorizzazione di massa più efficienti dei CD, tutto qui.

Il mercato della musica digitale

Il prezzo dei CD-ROM fisici, a meno di specifiche promozioni, è esorbitante. Un album appena uscito può costare fino a 20€, mentre spesso e volentieri costa la metà sull’iTunes Store, il maggior negozio di musica digitale. Senza contare il vantaggio di acquistare online direttamente sul proprio computer senza neanche uscire di casa.

Nell’articolo non si fa praticamente cenno al mercato della musica digitale, che invece rappresenta una grande rivoluzione per l’industria musicale. Quasi come se “musica digitale” fosse sinonimo di pirateria. Non è necessariamente così, ed è proprio il mercato digitale della musica che permette alle case discografiche di non fallire a causa della pirateria. Già nel 2010 la musica digitale aveva una quota di mercato del 40% rispetto all’intera industria musicale degli Stati Uniti: un fenomeno certo non trascurabile.

La musica digitale era un tempo afflitta dalla piaga dei DRM (Digital Rights Management), le tecnologie anti-copia che finivano per rendere frustrante l’esperienza degli utenti. Apple per fortuna se ne è resa conto e li ha eliminati dal suo Store a partire dal 2007; dal 2009 tutti i brani nello Store sono liberi da DRM.

Meriterebbero un discorso a parte gli algoritmi di music recommendation (implementati su siti come last.fm), che aprono entusiasmanti opportunità culturali e commerciali.

La qualità

Nell’articolo si obietta che la qualità degli MP3 non è la stessa delle tracce codificate su un CD Audio, ma si compie l’irrimediabile errore di non considerare i particolari tecnici, per cui il discorso scade in una mediocre superficialità tirando in ballo argomenti a caso (i giovani, i sapori, i bei tempi andati e via dicendo).

È vero che il formato MP3 è un algoritmo lossy di compressione audio che permette di codificare a dimensioni ridotte sacrificando parte della qualità. Ma è altrettanto importante considerare quale encoder si utilizza e soprattutto il bitrate: un MP3 a 256 kbps è un ottimo file audio, indistinguibile dall’originale da CD per la maggior parte degli ascoltatori, me compreso.

I fanatici della qualità audio hanno però anche altre alternative: musica digitale non vuol dire soltanto MP3 (è una facile generalizzazione in cui molti, compreso Rancilio, cadono). Esistono formati di compressione lossless (senza perdita) come il FLAC, che sono riprodotti in modo identico rispetto al file originale e sono migliori anche di un ottimo MP3. Musica digitale non significa qualità scadente.

La percezione della qualità audio dipende però sia dai mezzi utilizzati sia dall’ascoltatore: se riproduco musica con delle cuffiette da quattro soldi, non serve a nulla avere i file codificati con un bitrate altissimo, o addirittura lossless. Al contrario, se devo ascoltare della musica su un buon impianto Hi-Fi, mi dovrò anche preoccupare della qualità dai file (oltre che dell’amplificatore, dei cavi, delle casse, ecc…). E un cultore dell’alta fedeltà avrà esigenze diverse da chi ascolta musica sull’autobus andando a scuola o al lavoro.

iTunes Store distribuisce la musica in formato AAC a 256 kbps: non è lossless ma è più che accettabile per la maggior parte degli utenti; anzi, sono brani di buona qualità.

La morte del CD

Tutto ciò ci porta a concludere che ciò che rimane del mercato fisico dei CD si estinguerà in pochi anni. Il vero business del mercato musicale è già digitale. Ci saranno certo dei collezionisti che desidereranno acquistare i CD fisici: ma sarà un mercato di nicchia.

Il discorso è leggermente diverso per i film: è vero che si possono scaricare da Internet, ma le dimensioni di tali file sono molto maggiori e il loro download può risultare disagevole per chi non disponesse di una connessione a banda larga. Se poi i video sono in HD, conviene decisamente affidarsi ai dischi Blu-Ray, sia per le enormi dimensioni dei file sia per i tempi di scaricamento. Ma presumibilmente nei prossimi anni la banda delle connessioni Internet domestiche, come pure la capienza dei dischi rigidi, aumenterà a tal punto da risolvere anche quest’ultimo problema e ci sbarazzeremo finalmente degli ultimi dischi fisici.

Apple ha già rimosso il lettore CD dalla sua fascia di portatili entry level (si fa per dire…), i MacBook Air. Tutta la musica e tutto il software, con una connessione sufficientemente veloce, si possono scaricare agevolmente da Internet: il drive ottico non serve! La scelta può ritenersi azzardata, ma non è la prima mossa di questo tipo per Apple: già nel 1998 rimosse dagli iMac il lettore di floppy disk, mezzo anacronistico: negli anni gli altri produttori di PC la seguirono a ruota.

Immagine di Arun Kulshreshtha da Wikimedia Commons; licenza CC-BY-SA 2.5 Generic

Trololo: evoluzione di un meme

Storia di un meme: il Trololo di Eduard Khil.

Tutto nacque da un brano del baritono russo Eduard Khil, nato nel 1934 a Smolensk. Il brano, del 1966, è intitolato Sono felice, perché sto finalmente ritornando a casa, e originariamente cantava di un cowboy che era felice di tornare alla propria fattoria.

Evidentemente il tema non fu dei più graditi dal regime russo, perché il testo venne censurato (come affermato dallo stesso Khil) e sostituito con degli armonici gorgheggi.

Trollface
Trollface, un celebre meme. Problem?

Nel febbraio 2010 apparve il sito del Trololo, che trasformò questo brano in un meme del web. Il sito ricevette più di 3 milioni di visite nel primo mese: la diffusione del fenomeno fu esplosiva. Eduard Khil è ora conosciuto anche sotto il nome di “Trololo guy”.

Ma cos’è un meme? Secondo Wikipedia, esso sarebbe una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un’altra mente o supporto. Nella fattispecie, è un pezzettino di informazione che si diffonde in modo virale sul web attraverso gli strumenti di condivisione e i social network. Il meme ha avuto una discreta diffusione a livello internazionale. In Italia ad esempio ne ha parlato Sky.

L’idea fondamentale è stata quello di unire l’onomatopea “Trololo” al già esistente meme di Trollface e affini.

Anche la celebre serie TV i Griffin ha mostrato una propria interpretazione del brano, in cui Eduard Khil è un cameriere russo.

Un gioco spettacolare: Osmos

Recensione di Osmos, uno spettacolare gioco di strategia per Mac, Windows, Linux, iPad, iPhone.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in Osmos di Hemisphere Games (Wikipedia). L’ho provato dapprima in demo sul Mac (versione completa: 7,99€), poi ho acquistato la versione per iPhone (2,39€). Esistono anche le versioni per iPad, Windows e Linux.

In questo gioco di strategia in 2D il giocatore impersona una “bolla” sferica nel vuoto, di piccole dimensioni, in mezzo a tante altre “bolle” più grandi o più piccole. L’obiettivo del gioco è di crescere, diventando la bolla più grande di tutte o semplicemente “abbastanza grande” (dipende dai livelli). Si possono assorbire le bolle più piccole toccandole, ma se si tocca una bolla più grande si viene assorbiti ed è game over. Come è noto, l’unico modo per muoversi nel vuoto è quello di espellere massa sfruttando il terzo principio della dinamica. Perciò è necessario rimpicciolirsi per muoversi ed assorbire le bolle più piccole. Su questo equilibrio si regge fondamentalmente tutto il gioco.

Osmos: Materia e antimateria
Osmos: Materia e antimateria

Per comodità le bolle più piccole della nostra sono colorate di blu e quelle più grosse di rosso. È possibile rallentare il tempo se ci si trova in una situazione difficile ed accelerarlo per evitare lunghe attese. Si può ovviamente zoomare o dezoomare.

Esistono diversi tipi di bolle negli ambienti in cui ci si muove:

  • Normali: si muovono per inerzia, se toccano una bolla più piccola la assorbono e se ne toccano una più grande vengono assorbite.
  • Antimateria: anche queste bolle, verdi, si muovono per inerzia e si assorbono tra loro; però si annichilano a contatto con la materia (tutte le altre bolle, compresa la nostra).
  • Repulsori: tendono a sfuggire alla nostra bolla e perciò sono più difficili da assorbire.
  • Attrattori: sono dei “soli” attorno a cui orbitano le altre bolle (ammesso che abbiano velocità sufficiente: altrimenti collassano). La risoluzione dei livelli con questi “soli” è molto più semplice con una conoscenza di base dei princìpi della gravitazione universale. L’interazione gravitazionale si sperimenta solo con questi corpi (saranno forse molto più densi degli altri?)
  • Senzienti: sono degli esseri viventi, con diversi gradi di intelligenza e aggressività, in ordine crescente l’ovario, il biofobo, il Nemocita e il Ferax. Non si muovono solo per inerzia ma tentano di assorbire le bolle più piccole e di sfuggire a quelle più grandi. Sono di colore verde.

Anche i livelli sono diversi: alcuni sono delimitati da un confine rettangolare o circolare contro cui le bolle urtano elasticamente, altri (specialmente quelli orbitali) hanno un confine circolare contro cui le bolle si dissolvono. Alcuni livelli (Ambient) sono propriamente dei puzzle: tutte le bolle sono ferme e bisogna farsi strada all’interno di questo labirinto di materia (e antimateria) tentando di non farsi assorbire ed eventualmente spingendo via le bolle più grosse che ci intralciano espellendo massa. Altri presentano un’insieme complesso di corpi orbitanti ed è necessario sfruttare l’interazione gravitazionale per muoversi senza eccessivo dispendio di massa. Comunque il gioco indica graficamente l’orbita prevista per la nostra bolla.

Osmos: in orbita!
Osmos: in orbita!

Il gioco per iPhone presenta due modalità: Odyssey e Arcade. Nella modalità Odyssey bisogna completare i livelli proposti uno dopo l’altro potendone eventualmente saltare fino a tre in tutto. Nella modalità Arcade, sbloccabile solo dopo un certo progresso in Odyssey, si possono sbloccare i livelli del tipo voluto in ordine di difficoltà crescente.

È caldamente consigliabile giocare con le cuffie o gli auricolari: infatti il gioco è dotato di una meravigliosa colonna sonora, assai rilassante. La grafica è curatissima, la definizione è impressionante sul Retina Display dell’iPhone 4.

Ecco il trailer ufficiale: